Il
20 Aprile scorso è stato lanciato un nuovo satellite italiano da guerra,
SICRAL 1B, dalla base mobile situata
nell’oceano Pacifico, all’altezza dell’Equatore. Notizia che non ha avuto particolare clamore, nonostante la sua importanza, probabilmente per la tragedia contemporanea avvenuta in Abruzzo o anche a causa della crisi economica considerato l’investimento di
350 milioni di euro nel progetto.
Il Ministero della Difesa afferma che il satellite del programma SICARL (Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate e Allarmi) amplierà le potenzialità di comunicazione in base alle nuove esigenze operative delle forze terrestri, aeree e navali e aggiunge
“il sistema sarà in grado di garantire l’interoperabilità tra le reti della Difesa, assicurando le comunicazioni strategiche e tattiche sul territorio nazionale e nelle operazioni fuori area“
e se necessario
“le comunicazioni nella sicurezza pubblica, nell’emergenza civile e nella gestione e controllo delle infrastrutture strategiche negli interventi della Protezione Civile, delle unità militari intervenute nelle attività di disaster relief”.
La fase di lancio e posizionamento orbitale del satellite è stata coordinata dal Centro Spaziale del Fucino in Abruzzo (megaimpianto di Telespazio Spa con 90 antenne disseminate in una superficie di 370.000 mq); successivamente il controllo del satellite è stato trasferito al Centro Interforze di Gestione e Controllo SICRAL di Vigna di Valle che si trova a pochi chilometri da Roma.
Il SICRAL 1B farà compagnia all’altro satellite italiano SICRAL 1 presente in orbita dal febbraio del 2001, dopo un lancio dal centro spaziale di Kourou, nella Guyana francese. I due opereranno insieme fino all’anno prossimo, poi il SICRAL 1 completerà il suo ciclo di vita diventando così un altro dei tanti “oggetti” vaganti nello spazio. A differenza del predecessore il SICRAL 1B è stato progettato per avere una vita operativa di 13 anni che si spera che ci arrivi. Nel frattempo i vertici della Difesa si sono già orientati allo sviluppo e realizzazione della nuova generazione dei satelliti, SICRAL 2, dei quali probabilmente uno sarà mandato in orbita nel 2012.
Il SICRAL 1B è stato realizzato attraverso una “Public-Private Partnership” fra la Difesa e la “Thales Alenia Space Alliance”, un consorzio creato dal colosso dell’industria bellica francese Thales (67%) e da Finmeccanica (33%). Quindi di italiano a quanto pare c’è ben poco nella realizzazione del progetto, mentre per quanto riguarda il sistema di lancio l’Italia non ha partecipato minimamente, infatti la base mobile situata nell’Oceano Pacifico è gestita dalla “Sea Launch Company”, società con sede a Los Angeles, California, che ha pure curato le operazioni e i test pre-lancio del SICRAL 1.