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Wikileaks: punirne UNO per liberarne CENTO!

Julian AssangeJulian Assange, fondatore e volto simbolo di Wikileaks, ha annunciato la pubblicazione di importanti dossier diplomatici provenienti dalle ambasciate Usa di tutto il mondo. Per inciso: Assange è ricercato poichè accusato di stupro, ai danni di due donne svedesi. Vengono pubblicati i documenti di Wikileaks, l’evento è definito “l’11 settembre della diplomazia”. E’ un’attentato alla stabilità mondiale e ai delicati equilibri tra paesi. Assange è ricercato. Le donazioni e gli altri supporti gli vengono negati. Assange, rimasto solo e sotto mandato di arresto internazionale, si consegna alla polizia inglese. Assange è stato incarcerato e posto in isolamento “per la sua stessa sicurezza”, e ora gli hacker (cattivoni…) assaltano i siti web di coloro che hanno negato di continuare a supportare le pericolose attività di questo moderno criminale del web.

Questo è più o meno quello che il cittadino medio ha potuto trarre dalle notizie del telegiornale riguardanti il caso Wikileaks. Oltre alle scottanti rivelazioni che hanno più il sapore del gossip di bassa lega che delle notizie-bomba capaci di sconvolgere il mondo. Notizie più sconvolgenti dei festini selvaggi e del botox dei nostri governanti di sicuro ce n’erano, nei cablogrammi “sfuggiti” alle ambasciate. Ma i media ordinari hanno preferito tacerle, e insistere su questi chiacchiericci, quasi come per cercare di salvare il salvabile e tenere lontano la verità dalle orecchie di coloro che non conoscono mezzi d’informazione alternativi, la maggioranza. Gli altri navigano, qualcuno avrà letto i documenti originali (disponibili anche sul nostro sito) e si sarà fatto una sua opinione. E’ proprio questo lo scopo di Wikileaks secondo il suo fondatore: far si che ognuno possa interpretare i documenti originali senza filtri (e nell’informazione di oggi di filtri ce ne sono fin troppi). Si chiama giornalismo scientifico. Per altri si chiama attentato alla sicurezza nazionale. E nonostante si gridi al terrorismo da tutte le parti, Assange è stato incarcerato con mandato internazionale per violenza sessuale ai danni di due donne svedesi, una delle quali si vocifera sia una spia federale (Ironicamente avremmo potuto suggerire al signor Assange di rifugiarsi in Italia, dove per reati del genere la pena è nulla infima…). Nessuna traccia di accuse di corruzione, terrorismo, niente. Che storia ingarbugliata, ce ne sarebbe da scrivere la trama di un film. La verità? Nessuno la conosce. L’impressione? Che questo non sia l’11 settembre della diplomazia, bensì della democrazia. Certo, ogni Stato per funzionare ha bisogno dei suoi segretucci, ma vero è anche che il cittadino ha tutto il diritto di sapere la verità. Il cittadino deve sapere cosa lui stia votando, chi stia scegliendo o -nel peggiore dei casi- per quale causa stia combattendo. E’ clamoroso il fatto che tutti i paesi che contano, all’unanimità, stiano tentando di tappare la bocca ad un uomo fino ad ora innocente, ma pericoloso, con una scusa un”accusa che sa tanto di fasullo. E colpisce ancora di più il fatto che il pericolo sia la diffusione della verità e la conseguente presa di coscienza dei cittadini. Una verità non ancora ufficiale ma ufficiosa; sui documenti spesso si ritrovano cose che tutti pensavano ma che nessuno aveva mai dimostrato. “L’ignoranza è forza” diceva George Orwell, e a quanto pare aveva ragione.

La novità in tutta questa storia, che ci riguarda da vicino, è la presenza di internet. In questi giorni stiamo assistendo a una vera e propria “battaglia”: da un lato i detrattori di Wikileaks, che hanno tolto sostegno ad Assange oscurandogli dominio, conto in banca e account per le donazioni, dall’altro gli Anonymous di  Payback Operation, un progetto collettivo di difesa della libertà di parola in Internet, che tenta di sensibilizzare la popolazione mediante attacchi DDoS di grande clamore ai siti delle aziende implicate (Mastercard, Visa, Amazon ecc.). Il loro sito attualmente non è raggiungibile ma è possibile comunque visualizzarne la copia cache tramite Google dalla quale è possibile leggere le motivazioni del gruppo. Ulteriori informazioni sono disponibili nella press release rilasciata dal gruppo. L’ultimo aggiornamento vede Facebook e Twitter censurare cancellare gli account utilizzati per coordinare il movimento. Vedremo crollare anche loro? Internet, si sa, è un mezzo di comunicazione non completamente imbrigliabile nelle redini del controllo politico, e per questo è temuto (chissà perchè in giro si parla di internet solo come veicolo del male e mai come mezzo di condivisione e libertà di espressione). Internet è -o perlomeno è quello che vogliono farci credere- il rifugio delle persone “scomode”, un luogo oscuro dove trafficano criminali di ogni specie. Ma è anche l’unico luogo in cui può circolare una verità che invece è distorta e manipolata dagli organi di stampa tradizionale.

E’ questo il bello: se la verità vuole emergere lo farà! I nostri lettori sapranno bene che se anche una sola persona ha nel proprio pc la copia di un documento, quel documento non può reputarsi distrutto. Lo sa bene Assange che ha affermato che, anche se gli succedesse qualcosa, ci sono almeno 100 mila persone in possesso dell’archivio completo delle informazioni (cifrato) e pronte a pubblicarlo. In effetti, nel luglio scorso su Wikileaks è comparso un misterioso file, reso disponibile a tutti, delle dimensioni di 1.4 Gb, chiamato “insurance.aes256″ e la cui estensione fa riferimento appunto alla cifratura AES, una delle più potenti al mondo e utilizzato -ironia del caso- proprio per i documenti “top secret” del governo americano. Per ora non si sa nulla di questo file misterioso, ma se effettivamente esso contenesse importanti informazioni cifrate, una volta rivelata la chiave, la decodifica sarebbe abbastanza semplice anche per un utente non esperto. Per inciso, Assange è stato messo in isolamento poche ore fa…che sia proprio questo il motivo?

Gli sviluppi di questa storia sono ancora in corso e chissà quali saranno i prossimi colpi di scena. Con il tempo si potrebbero persino invertire i ruoli di questa vicenda ingarbugliata. A noi, fino a prova contraria, piace immaginare Julian Assange come un difensore della libertà di parola e di pensiero, come lui stesso ha dichiarato in un editoriale tutto da leggere. Da tutta la vicenda, però, la cosa più evidente è che i nostri governanti sono totalmente a digiuno di tecnologia e sanno ben poco delle complesse dinamiche del web. E’ ridicolo pensare che oscurando un sito o arrestando il suo fondatore si possa mettere a tacere tutto.

Come dicevamo? Ah si, l’ignoranza è forza…

Anna Di Benedetto

4 comments dicembre 10th, 2010

Google, Verizon e NetNeutrality.. Storia della morte del web!

WASHINGTON, 4 Agosto 2010 — Il New York Times pubblica un articolo che riporta dettagli non certo ottimistici riguardanti un possibile accordo tra Google e Verizon (uno dei maggiori ISP degli USA). Secondo il NYT il pomo della discordia riguarda una proposta di legge da inviare al legislatore statunitense (FCC) per mettere a punto una sorta di internet a doppia velocità! Il principio è questo, una azienda può decidere di fornire ai propri utenti contenuti a maggiore velocità rispetto ad un sito qualunque, come quello del NYT o anche come il nostro MyNetSfera, semplicemente pagando di più!

Guardando l’episodio con superficialità poca attenzione, può sembrare l’ennesimo servizio messo a disposizione dagli operatori telefonici per spremere qualche altro centesimo dalle tasche delle aziende. Guardando più a fondo invece, ci si rende conto che un servizio del genere violerebbe uno dei principi che sta alle fondamenta del World Wide Web, quella che molti chiamano Net Neutrality, la neutralità della rete!

Tutti noi siamo stati abituati a pensare alla rete come ad un mondo aperto, nel quale ognuno può condividere contenuti con chiunque, e nonostante si siano creati grandi colossi come Google o Facebook ad esempio, tutti hanno la stessa visibilità nei confronti degli utenti. In egual tempo posso decidere di leggere sia le news messe a disposizione dal Times sia visitare il sito di ricette di Nonna Pina per assaggiare le sue famose tagliatelle! Nessuna discriminazione, tranne che la popolarità che ognuno si è guadagnato grazie ai contenuti offerti (vedi ad esempio le tagliatelle di Nonna Pina).

TWITTER, 5 Agosto 2010 — Google smentisce l’articolo del NYT tramite un cinguettio su Twitter, e Punto Informatico scrive un articolo dal titolo: Google: no, non uccideremo la net neutrality. Anche Verizon smentisce la notizia tramite un post sul proprio blog e tutto sembra quindi essersi chiarito.. per ora!

GooglePolicyEurope, 9 Agosto 2010 — BigG mostra il tanto discusso documento del quale fino a pochi giorni prima si era negata l’esistenza! Lo fa tramite un post sul proprio blog dal quale si capisce che le paure percepite dal NYT sono in parte vere. Il documento inizia con una carrellata di buoni propositi dai quali si cerca di far capire le intenzioni benevole dell’azienda di mountain view per proteggere il famoso motto che l’ha sempre contraddistinta: “don’t be evil”. Si tratta in sostanza di una serie di controlli che la FCC deve garantire a favore della Net Neutrality e contro una qualsivoglia discriminazione di contenuti.

Scorrendo il documento però ci si rende conto che le due società si sono guardate bene dall’inserire delle clausole di non poco conto. Citando PI infatti, “tutti i controlli a garanzia della neutralità sulla rete fissa non debbono valere per quella mobile su cui, per esempio, Google potrebbe garantirsi il diritto ad una maggiore velocità di transizione di dati semplicemente stipulando un accordo ad hoc con Verizon (pagando di più)“. Ma perché non garantire il controllo anche al mondo mobile?

Siamo quasi alla fine di questa nostra storia.

Washington Post, 10 Agosto 2010 — Tramite un editoriale, il CEO di Google Eric Schmidt e quello di Verizon Ivan Seidenberg, affermano che quella stilata è solo una proposta, e il legislatore può tranquillamente ignorarla, ma come molti sanno, Google può contare su diverse persone all’interno del governo a stelle e strisce. Nonostante ciò diversi analisti ritengono che bigG sta cercando di mantenere un profilo basso, per non allarmare ulteriormente l’opinione pubblica.

La svolta.

WIRED, 17 Agosto 2010Ed ecco svelato il mistero! Il direttore di Wired USA Chris Anderson, pubblica a due decenni dalla nascita del WWW un articolo dal titolo sconcertante: Il web è morto!

Secondo Anderson, gli assassini sarebbero le app ed il mobile! Le app sono applicazioni intuitive per gli utenti e di facile monetizzazione per le aziende, ma sono anche delle strutture chiuse, come quelle dello store di Apple, che puntano a trasformare l’attuale visione di Internet. Inoltre il loro utilizzo è rivolto al settore mobile, proprio il settore che bigG e Verizon miravano a non proteggere! La guerra del web si è oramai spostata su queste piccole applicazioni che sfruttano la rete solo per far viaggiare dati, eliminando letteralmente l’utilizzo dei browser e quindi la possibilità di visitare il sito di Nonna Pina! In poche parole insomma se come dice Anderson, il WWW è destinato a morire, allora ciò che rimarrà saranno milioni di applicazioni per cellulari, smartphone, e palmari in un settore assolutamente non neutrale se venisse approvata la proposta di Google e Verizon.

Basti vedere i vari Store che nascono ogni giorno; ogni costruttore di cellulari e smartphone ha oramai il proprio Store, dove si possono scaricare migliaia di App per il proprio sistema operativo, da OS a Symbian, ed Android non è da meno!

Insomma ironia della sorte, nell’anno in cui Wired, Google, YouTube e altri grandi nomi si apprestano a sostenere Internet nella candidatura al nobel per la pace, viene premonizzata la morte del World Wide Web!

Come si sa le vie di Internet sono infinite, non ci resta allora che sperare di avere ancora a disposizione un bivio o una variante per cambiare la nostra destinazione, ed evitare che Internet diventi un semplice canale di comunicazione mediatica unidirezionale e monopolizzata come la tv ed altri mass media il cui solo scopo è infondere un unico pensiero.

Io penso che questo dipende da noi, dopotutto è sempre stata la gente a fare la fortuna di colossi come bigG, e la direzione da prendere quindi, non può che dipendere da quella stessa gente.

“Ognuno può provare a cambiare il mondo e non riuscirci, ma nessuno può riuscirci senza nemmeno provarci”

Francesco Pizzo

1 comment agosto 18th, 2010

Internet for Peace! MyNetSfera & Wired

Anche MyNetSfera ha deciso di dare il proprio sostegno all’iniziativa di Wired, di candidare Internet al nobel per la pace!

A tale scopo pubblichiamo il manifesto di Internet for Peace sperando di aiutarne la diffusione.

http://www.internetforpeace.org/

1 comment aprile 17th, 2010

IPhone, mini-guida alle applicazioni indispensabili! Vs. 2.0

Dopo il successo della nostra prima guida alle applicazioni indispensabili per iPhone, in assoluto uno degli articoli più letti del nostro blog, abbiamo deciso a distanza di più di un anno, di pubblicare una nuova guida, aggiornata secondo gli attuali sviluppi software e che sia compatibile anche con i nuovi dispositivi iPhone 3Gs!

Lo scopo di questa guida non è molto diverso da quello della precedente, nella quale esordivamo così:

Da quando l’iPhone 3G ha fatto la sua comparsa nel vecchio continente, si sono moltiplicate le accuse verso apple per le gravi assenze di funzionalità presenti nel melafonino. Questa mini-guida vuole essere di aiuto ai tanti utenti che hanno comprato un iPhone 3G e si sono visti mancare utilità come gli MMS, la Videocamera, un’applicazione di scambio file, bluetooth ed altro ancora.

Ebbene riconfermiamo il nostro scopo, comprendendo questa volta anche gli iPhone 3Gs e adattando la guida alle più recenti applicazioni delle quali è possibile usufruire.

Innanzitutto ricordiamo che il problema degli mms è stato risolto direttamente da Apple, mentre la possibilità di registrare video è stata introdotta solo nei 3Gs. In questa guida ci occuperemo  più in dettaglio di:

  • Sblocco e installazione di Cydia: Cydia è una applicazione simile all’Apple Store con la quale è possibile scaricare e installare migliaia di applicazioni che Apple non accetta nel suo store per le solite politiche di restrizione.
  • Software di registrazione video per i 3G: Installazione di una applicazione gratuita per la registrazione di video su iPhone 3G.
  • Utilizzo iPhone come Hard Disk esterno: Vedremo come installare ed utilizzare una applicazione che ci permette di sfruttare la memoria del nostro iPhone come un HD esterno, scambiando qualsiasi tipo di file col nostro pc o mac.
  • Scambio file, immagini, musica e video via Bluetooth: Infine vedremo una recentissima applicazione per lo scambio file via bluetooth, una delle restrizioni più contestate ad Apple che finalmente è stata sbloccata!

Bene, iniziamo subito con lo sblocco del nostro iPhone e l’installazione di cydia. Come prima cosa dobbiamo controllare la versione del nostro firmware, tramite impostazioni–>generale–>info–>versione; se avete una versione precedente alla 3.0.0 vi consiglio di aggiornare tramite iTunes! Una volta controllato il firmware (a titolo di esempio continueremo supponendo che abbiate il 3.1.2) bisogna scaricare l’applicazione che ci permetterà di eseguire lo sblocco e l’installazione di cydia. Trovate questa applicazione per windows e per mac a questo indirizzo (N.B. se possedete un firmware diverso dal 3.1.2 e non desiderate aggiornarlo, potrete comunque installare cydia utilizzando una di queste guide).

L’applicazione denominata Blackra1n è molto semplice da utilizzare. Innanzitutto spegniamo e riaccendiamo il nostro iPhone, poi colleghiamolo al pc/mac e aspettiamo che si avvii itunes, chiudiamo itunes e clicchiamo sull’icona di blackra1n. Si avvierà una procedura automatizzata che si concluderà con un riavvio del nostro iPhone.

Al termine di questa procedura avremo sul nostro iPhone un’icona come nell’immagine qui a fianco. Colleghiamoci via wifi e accediamo tramite iPhone a questa applicazione, nella quale comparirà la scritta “cydia” cliccando sulla quale verrà finalmente installato il nostro Cydia Store.

Nel caso non vi sia chiaro qualche passaggio potrebbe risultare utile il seguente video nel quale viene mostrato quanto detto finora:


Adesso che abbiamo installato il nostro cydia store avremo una vera e propria miniera di applicazioni di ogni tipo e spesso molto utili!!!

Passiamo adesso all’installazione di una applicazione gratuita che ci permetta di registrare video sul nostro iPhone 3G! L’applicazione in questione si chiama Cycorder, l’installazione è molto semplice: basterà aprire Cydia, andare nella sezione “search”, cercare il termine “Cycorder”, cliccare su install e si avvierà il download e l’installazione dell’applicazione!


Vediamo ora come è possibile utilizzare il nostro iPhone come un vero è proprio Hard Disk esterno per il nostro PC o Mac! Come oramai avrete capito, ogni funzionalità è collegata ad una nuova applicazione e quella da installare questa volta si chiama “iFile”, disponibile sia in versione gratuita che a pagamento. La versione a pagamento introduce altre funzionalità che per il momento non illustreremo. Scarichiamo iFile tramite Cydia utilizzando il tab Search; una volta installata, avviando l’applicazione ci ritroveremo una schermata del genere:

Tramite questa app potremo accedere a qualsiasi file o cartella presente sul nostro iPhone, persino le cartelle delle altre applicazioni o dell’iPhone OS!!! Ma come fare a trasferire file dal pc o mac? Per fare questo avremo bisogno di Safari, il browser di casa Apple! Una volta aperto safari, se il nostro pc/mac è connesso alla stessa rete wifi dell’iphone, basterà accedere sull’iphone alla seconda icona in basso del menù di iFile (l’icona col classico simbolo della rete wifi), mentre da Safari dovremo cliccare in alto a sinistra sulla scritta “bonjour” e selezionare il nostro iPhone!

In questo modo accederemo a tutte le cartelle senza nemmeno collegare il dispositivo via usb! Da qui potremo caricare nuovi file o scaricare sul pc/mac quelli che ci interessano!


Vediamo infine un’ottima (e anche unica) applicazione per iphone in grado di effettuare lo scambio file via bluetooth! L’applicazione in questione si chiama iBluenova ed è stata completamente sviluppata da un nostro connazionale, l’italiano Medevil!

iBluenova può essere scaricata da Cydia ed utilizzata gratuitamente per 7 giorni, al termine dei quali per continuare ad utilizzarla sarà necessario comprare una licenza al costo di 5.99$ (circa 3,99€). L’applicazione in questione, sebbene preveda futuri aggiornamenti per fissare piccoli problemi di compatibilità che ci sono stati, è davvero ben fatta, e consente lo scambio via bluetooth di qualsiasi file, immagine, video o brano musicale si desideri! La grafica inoltre è molto curata ed accattivante e la velocità di trasferimento è nettamente superiore a quella di molti dispositivi. Inoltre il periodo di prova di 7 giorni permette di rendersi conto delle interessanti funzionalità!

Chiudiamo questa guida con qualche screen shot di iBluenova e sperando che in futuro Apple fornisca ai suoi clienti l’accesso completo al dispositivo legalmente acquistato, senza tutte quelle restrizioni che certamente non fanno bene alla libertà degli utenti!

Francesco Pizzo

2 comments febbraio 16th, 2010

I pirati si rifugiano nel bunker anti-atomico!

tpb

Continua la vicenda The pirate bay che stavolta sembra segnare un punto a favore dei pirati della baia, e quindi degli utenti che usufruiscono del motore di torrent più famoso al mondo. Dopo i continui attacchi delle major, cause in tribunale per milioni di dollari e giudici ritenuti “di parte”, la baia può tirare un sospiro di sollievo nella guerra competizione con l’industria dei contenuti. La vicenda che si protrae ormai da mesi, vedeva infatti le grandi case discografiche e cinematografiche, ricorrere a strumenti più o meno legali per disconnettere i server dei pirati svedesi, che suscitando di conseguenza la reazione di questi ultimi, costretti a spostare in continuazione l’hosting nei server di tutto il mondo. Negli ultimi giorni si era addirittura sviluppata una vera e propria caccia al provider, che faceva registrare la sua ultima posizione in Ucraina. Dopo essere stati disconnessi anche dai server ucraini, i pirati hanno deciso di rifugiarsi in un posto più sicuro (almeno per il momento): un ex bunker NATO a prova di guerra atomica!

Naturalmente Cyberbunker, la società che gestisce l’hosting, ha ricevuto la solita intimidazione telefonata di cortesia da parte di BREIN, la nota associazione anti-pirateria coinvolta dalle major, ricevendo però un altisonante rifiuto!

A questo punto, a meno che Cyberbunker non cambi idea, la baia può godersi un periodo di riposo nei Paesi Bassi, in un rifugio capace di resistere sia a bombe atomiche che a E-bomb, le bombe ad impulsi elettromagnetiche capaci di rendere inutillizabili i circuiti elettrici.

Sperando in un pò di tranquillità anche per gli utenti, staremo a vedere le prossime mosse da parte dell’industria dei contenuti.

Francesco Pizzo

Add comment ottobre 8th, 2009

Grande Fratello Vs. 2.0

Gran Bretagna – Dopo l’emanazione della RIPA, la famosa legge britannica grazie alle quale le forze dell’ordine di sua maestà sono in grado di ottenere chiavi e codici di documenti criptati, in modo del tutto indipendente dalla volontà dei propri “concittadini” (pena la galera), oggi la BBC annuncia l’invenzione di una speciale videocamera, in stile James Bond, in grado di scrutare, attraverso vestiti e borse, fino ad una profondità di 25 metri, alla ricerca di droga, armi ed esplosivi.
La speciale videocamera, fornita di tecnologia “terahertz”, conosciuta anche come T-ray (raggi T), potrebbe essere installata in aereoporti, stazioni e spazi pubblici.
Come annucia il creatore, non dovrebbero esserci pericoli relativi all’assorbimento di tale raggi da parte degli esseri umani; egli, infatti, definisce la videocamera come un oggetto passivo in grado soltanto di ricevere segnali ed analizzarli.
Ma chi assicura i cittadini britannici (e probabilmente a breve anche quelli del resto del mondo) che questi dispositivi verranno usati solo per gestire la “sicurezza pubblica”? Come potranno essere sicuri che aziende senza scrupoli non approfittino di tali dispositivi per monitorare i propri clienti e registrare dati personali e abitudini? Potrebbe essere possibile ad esempio, tramite l’utilizzo di software sviluppati ad-hoc, che la camera T-ray riconosca modelli di cellulari, i-pod, lettori mp3 ed altre tecnologie utilizzate da chi è stato ignaramente ripreso.
Sembra, quindi, che l’era del grande fratello versione 2.0 sia sempre più vicina ma chi ci rimette maggiormente sono come al solito i cittadini comuni, i cosiddetti consumatori, trattati oramai come semplici record di database o peggio, come esseri “digitali”, privati dei propri diritti a causa dell’abuso di leggi e strumenti sofisticati che mirano sempre più a distruggere le basilari regole del rispetto della privacy e la dignità delle persone.
Francesco Pizzo

Add comment marzo 10th, 2008

Un portatile per ogni bambino nel mondo!


E’ questa l’iniziativa lanciata da Nicholas Negroponte (fondatore dei noti Mit MediaLab di Boston) e presentata a Firenze presso “Palazzo Vecch
io”.

L’obiettivo principale di ‘One Laptop Per Child’ OLPC (questo il nome ufficiale dell’iniziativa), è di donare un mini portatile ad ogni bambino del mondo.
L’idea non è da sottovalutare poichè non stiamo parlando di un semplice portatile che i genitori possono comprare ai più piccini sostituendo la famigerata PlayStation o l’X-Box di Microsoft, bensì di un’iniziativa mirata ai paesi meno sviluppati in modo da alfabetizzare quei tanti villaggi dell’Africa o dell’ Asia, ad esempio, con libri elettronici e programmi di alfabetizzazione. Ma come potrà Negroponte sostenere tale sfida, vi starete chiedendo, se molti di questi villaggi non sono coperti energeticamente?
La risposta è semplice visto che questi particolari laptop sono sviluppati in modo del tutto particolare e presentano una
manovella in grado di fornire alimentazione, oltre ad uno scheletro appositamente rafforzato, perfettamente adatto agli imprevisti che possono verificarsi se utilizzato da un bambino.
A rendere l’iniziativa ancora più interessante è l’accoppiata col programma ‘Give 1 Get 1′, recentemente lanciato negli Stati Uniti. Tale programma prevede che all’acquisto di ogni laptop, ad un prezzo di circa 300€, vi sia la possibilità di poterne destinare un’altro ad un bambino in Africa, Asia o Sud America. Nascerebbe così, oltre ad una possibilità di sviluppo, anche uno scambio interculturale tra bambini.
Francesco Pizzo

1 comment marzo 8th, 2008

8 Marzo: Le donne e la rete

In occasione dell’8 Marzo e quindi della festa delle donne, sono molti i post, le manifestazioni e i video che rivendicano i diritti delle donne nel mondo. Il nostro post ha l’obiettivo invece, di mettere in risalto il rapporto tra donne e tecnologia e di sfatare alcuni miti, che vedono le donne dedicarsi al mondo dell’informatica in modo passivo.
Partiamo subito con esempi concreti: il numero di donne che negli ultimi 20 anni si sono iscritte a facoltà di tipo ingegneristico sono aumentate del 200%, come rivela padovadonne; questo numero sembra continuare a crescere in modo esponenziale. Certo le facoltà universitarie preferite dalle donne continuano ad essere lettere e psicologia ma nei prossimi anni questo divario sembra destinato a diminuire.
Passiamo invece adesso ad analizzare un caso reale. Con la rapida crescita delle tecnologie web, lo sviluppo di ajax e il passaggio al web 2.0, il numero di donne che creano siti web e blog dedicati al mondo delle nuove tecnologie è nettamente aumentato. Citiamo quindi un caso concreto, di una ragazza di Torino, che negli ultimi mesi si è guadagnata le prime pagine di youtube e di siti web dedicati all’informazione tecnologica: si tratta di VideoMarta, un blog in perfetto stile 2.0 curato da Marta appunto, una ragazza diciottenne che ha deciso di diffondere, tramite l’aiuto di associazioni e lug vari, video che trattano in modo chiaro argomenti come l’opensource o la sicurezza in rete.
Questo rende meglio l’idea di come la società e in particolare il sesso femminile stia cambiando atteggiamento nei confronti di argomenti che in passato si ritenevano riservati ai soli uomini.
Quindi chiudiamo questo post facendo i migliori auguri a Marta, a tutte coloro che si adopereranno per diffondere informazioni tecnologiche e naturalmente a tutte le donne in generale, mostrandovi uno dei tanti video di Marta che potrete trovare su videomarta.com o su youtube Italia.
Francesco Pizzo

Add comment marzo 8th, 2008


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